CURIOSITA'

AMARO BRAULIO – #piumontano #menomondano

30/06/2016

AMARO BRAULIO

Venerdì e sabato scorso sono tornata nella mia terra d’origine, in Valtellina per scoprire una delle eccellenze autoctone.. quale? L’amaro Braulio! Nemmeno io che sono nata in quelle zone sapevo che l’amaro Braulio è un prodotto realizzato con delle erbe che crescono in alta quota, erbe che sono difficilmente reperibili in altre zone!

LE ORIGINI

Le origini dell’Amaro Braulio sono strettamente legate alla sua terra, la Valtellina. D’altra parte, anche lo studio e la conoscenza delle erbe e delle piante, delle loro proprietà benefiche e del loro gusto hanno radici lontane.

Fin dalla prima metà del 1800, infatti, esisteva a Bormio una farmacia, che era stata aperta dal dottor Giuseppe Peloni, nato nei primi anni del secolo da una delle più antiche e nobili famiglie bormine, laureato in Chimica e Farmacia all’Università di Padova.

Nel corso della sua vita, Giuseppe Peloni approfondì le proprie conoscenze sulle virtù delle piante e delle erbe medicinali aromatiche, trasmettendo un importante patrimonio di esperienza al figlio Francesco.

Fu proprio Francesco Peloni, anch’egli farmacista, a creare numerosi infusi e bevande salutari, tra i quali, nel 1875, l’Amaro Braulio.

Come tutti i ricercatori e gli inventori, Francesco Peloni era molto geloso del proprio amaro e non volle mai rivelare quante e quali erbe avesse utilizzato, tranne che per quattro degli ingredienti usati: genziana, ginepro, assenzio, achillea moscata.

Per trasmettere la tradizione, condivise la ricetta segreta con il figlio Attilio, che seguì il cammino del proprio predecessore e divenne anch’egli un farmacista. Attilio era un entusiasta promotore dei metodi naturali, scrivendo e pubblicando libri a riguardo e nel 1936 elaborò un saggio informativo intitolato “in herbis salus”.

Dal 1910, Attilio divenne il custode della ricetta, facendo conoscere Braulio al di fuori della Valtellina ed esibendo il liquore in alcune fiere dove ricevette prestigiosi riconoscimenti.

Attilio passò la ricetta a suo nipote Egidio Tarantola Peloni che divenne responsabile dell’espansione della produzione e della distribuzione. Fino al 1960-1970 Braulio era venduto soprattutto nell’originaria farmacia a Bormio, ed Egidio svolse un’importante attività sia nella produzione sia nello spianare la strada al successo dell’amaro.

Agli inizi del 21esimo secolo, la nuova generazione è rappresentata da Edoardo Tarantola Peloni, il figlio di Egidio, entrato nell’attività e ad oggi attuale custode della ricetta. Edoardo continua a supervisionare rigorosamente tutte le fasi di produzione di Braulio con la stessa dedizione e passione portata avanti per oltre 140 anni dai suoi antenati.

Nel 2000 è stato lanciato Braulio Riserva, un produzione limitata creata con lo scopo di rendere omaggio alle generazioni precedenti. Braulio Riserva è un tesoro nato da Braulio, una ricetta ispirata al tradizionale processo, ma con un tocco di modernità.

LE CANTINE BRAULIO

Chi si trova a passeggiare, da solo o in compagnia, sulla via Roma di Bormio, vero cuore pulsante del paese, lo faccia con passo leggero. Forse non sa che sotto i suoi piedi riposa, in decine e decine di grandi botti di rovere di Slavonia, l’Amaro Braulio (www.braulio.it) che proprio a Bormio è nato oltre 140 anni fa e che ancora vi viene prodotto con le stesse cure e lo stesso amore di allora nelle Cantine Peloni.

amaro Braulio

Come un labirinto sotterraneo, infatti, le cantine si ramificano proprio sotto le strade e le case della città vecchia, riutilizzando in parte gli stretti cunicoli che un tempo erano le vie di fuga che consentivano alla popolazione di trarsi in salvo all’arrivo degli invasori.

Un viaggio lungo più di 140 anni alla scoperta di Braulio e della sua tradizione che racchiude lo spirito schietto e montanaro della Valtellina e, se la ricetta rimane un segreto gelosamente custodito sino ad oggi, si potranno comunque conoscere  le quattro essenze note: la genziana, il ginepro, l’assenzio e l’achillea moscata.

amaro Braulio

LA PRODUZIONE:

La tecnica di produzione dell’Amaro Braulio presenta numerose particolarità, che ne fanno un amaro unico nel suo genere.

SELEZIONE DELLE ERBE. Il viaggio inizia con la selezione delle migliori erbe, bacche e radici, che costituiscono gli ingredienti della ricetta segreta che devono essere accuratamente puliti e naturalmente essiccati all’aria aperta di montagna. Prima di essere messi in infusione, gli ingredienti sono sottoposti a un trattamento che simula la pestatura che avviene nel mortaio del farmacista o dell’erborista. E’ proprio questa pestatura, e non il taglio, che, separando e schiacciando le fibre, le prepara a cedere la parte migliore dei principi attivi che contengono.

INFUSIONE. Dopo la pestatura, le erbe miscelate vengono lasciate in infusione in una soluzione idroalcolica. Il passaggio prende luogo a freddo in grandi tini di acciaio per alcune decine di giorni. Durante questo periodo le piante cedono giorno dopo giorno i loro aromi e i principi attivi. Confrontare gli infusi più o meno giovani è emozionante: inizialmente, i profumi sono puri, divisi, riconoscibili l’uno rispetto all’altro ma, settimana dopo settimana, danno vita a un aroma sempre più intenso, complesso e tipico.  La gradazione alcolica dell’infusione viene portata in questa prima fase ai 50 gradi, con l’aggiunta di acqua di montagna.

ESTRAZIONE. Terminata la fase della macerazione, le erbe vengono tolte dall’alcool: in questo periodo hanno conferito all’Amaro Braulio tutte le loro proprietà aromatiche. Al liquore filtrato viene aggiunta la giusta dose di zucchero e di acqua, per rendere il gusto più amabile al palato e per ridurre la gradazione a 21 gradi.

PERMANENZA IN BOTTE. Il liquido viene trasferito in botti di rovere di Slavonia, vecchie di 40-50 anni. Il legno speciale di queste botti fa sì che durino tutta la vita, e consente inoltre al prodotto di respirare e agli aromi di amalgamarsi. Il processo di permanenza in botte differisce in base al prodotto:

sino a 2 anni per Braulio;

sino a 3 anni per Braulio Riserva per donare a questa produzione limitata un gusto e un aroma più intensi e un contenuto alcolico marginalmente più alto.

LA RICETTA SEGRETA E LE PIANTE OFFICINALI.. RICETTA SEGRETA!!

Fin dai primi anni del 1800, la famiglia Peloni si dedicò con passione allo studio sistematico delle erbe officinali. Il cavalier Francesco inventò numerosi preparati. Suo figlio Attilio fu autore di un prezioso libro, pubblicato nel 1936, dal titolo “In herbis salus”. Ancora oggi, infine, è possibile chiedere di visitare una collezione praticamente unica di piante e erbe che risalgono agli inizi del secolo.

Solo quattro, tra le numerose erbe che concorrono alla produzione dell’Amaro Braulio, sono conosciute da tutti: le altre sono coperte da un segreto gelosamente tramandato di generazione in generazione.

La GENZIANA cresce ad elevate altitudini sopra i 2 mila metri. Le radici delle piante adulte sono raccolte in primavera o autunno, pulite senz’acqua, tagliate a pezzi e asciugate al sole.

Il GINEPRO, le cui bacche devono essere raccolte in autunno a piena maturazione.

L’ASSENZIO è una pianta erbacea perenne con foglie di colore verde cinerino, fiori gialli a pannocchia, odore aromatico, sapore amaro. Cresce spontaneamente nelle zone montane, in luoghi asciutti. Se ne utilizzano le sommità e le foglie.

L’ACHILLEA MOSCATA è una pianta erbacea perenne con radici sottili che cresce oltre la zona boschiva, fino al limite dei ghiacciai. Se viene stropicciata emana un forte e gradevole odore canforato. L’infiorescenza biancastra è formata da numerosi capolini riuniti all’apice del fusto. Se ne utilizzano le parti aeree all’epoca della fioritura.

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BRAULIO E BRAULIO RISERVA – NOTE DEL GUSTO

AMARO BRAULIO:amaroCOLORE: marrone ambrato con sfumature rossastre.

AROMA: note di legno e radici, dalle quali spicca la radice di genziana, racchiuso da fresche fragranze di ginepro e erbe aromatiche, con assenzio in chiusura.

SAPORE: robusto e intenso sapore di erbe e olii essenziali, seguito da note classiche di legni e radici, che si chiudono con una piacevole amarezza.

RETROGUSTO: corposo e persistente con note amare delicate di radice di genziana e assenzio.

Braulio ha una gradazione alcolica del 21%.

 

AMARO BRAULIO RISERVA:riserva

COLORE: marrone ambrato scuro con sfumature rossastre.

AROMA: piacevolmente alcolico, racchiuso da fresche fragranze di ginepro e erbe aromatiche, con una nota di assenzio in chiusura.

GUSTO: balsamico e intenso gusto rinfrescante delle erbe, bacche e radici infuse custodite dal lento invecchiamento nelle botti di quercia.

RETROGUSTO: setoso, morbido e fresco, con piacevoli e persistenti note amare.

Braulio Riserva ha una gradazione alcolica del 24.7% .

IL MONTE BRAULIO E BORMIO – La mia Valtellina!

L’Amaro Braulio è strettamente legato al proprio territorio di origine. Il nome Braulio identifica un monte, il torrente che da esso si origina e la valle percorsa da quest’ultimo, affluente dell’Adda.

Il Monte Braulio è situato nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio; celebre per la bellezza e l’altitudine delle montagne brauliocomprese entro i suoi confini, il Parco costituisce la più vasta riserva naturale in Italia (134 mila ettari), oltre che una delle prime a essere state istituite (1935).

Alto 2.979 metri, dalla vetta arrotondata raggiungibile con relativa facilità, il monte Braulio è meta di interessanti escursioni, lungo sentieri e mulattiere, in un alternarsi di pendii erbosi, ghiaioni e ripidi ammassi di pietre, che permettono di ammirare amplissimi e splendidi panorami dell’arco alpino circostante.

Bormio sorge lungo un’antica strada commerciale ed è una destinazione sciistica conosciuta in tutto il mondo e una meta amena per le vacanze estive.  Il centro medievale della città esiste ancora oggi e le sue terme naturali sono rimaste nello stesso luogo dove i Romani avevano costruito l’ Hospitium Balneorum (bagni termali), offrendo un luogo perfetto per un relax dopo-sci o una passeggiata in montagna.

 

GRUPPO CAMPARI:

Davide Campari-Milano S.p.A., con le sue controllate (‘Gruppo Campari’), è uno dei maggiori player a livello globale nel settore del beverage. E’ presente in oltre 190 paesi del mondo con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe. Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Il portafoglio conta oltre 50 marchi e si estende dal core business degli spirit a wine e soft drink. I marchi riconosciuti a livello internazionale includono Aperol, Appleton, Campari, Cinzano, SKYY Vodka e Wild Turkey. Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari conta 16 impianti produttivi e 4 aziende vinicole in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 16 paesi. Il Gruppo impiega oltre 4000 persone. Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano S.p.A. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001. Per maggiori informazioni: www.camparigroup.com .

….. io devo ringrazare tutti, per la splendita gitarella, ottima organizzazione e bella compagnia!! GRAZIE!

E ora una carellata di foto!! ps: abbiamo mangiato poooooooooooochissimo!!!

Special Thanks to: Qc Terme di Bormio (terme e ristorante – hanno un buffet di formaggi formidabile – avventatevi!!!) e Rifugio Forni. Un bacio alla nostra guida alpina Giovanni!

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